Sesto Palazzo Eni a San Donato Milanese
- ARCHITECTURE, URBAN DESIGN
Headquarter ENI
San Donato Milanese, Milano
Progetto vincitore del concorso internazionale di progettazione ristretto
Progetto: Nemesi Architects (design partners) e Morphosis Architects (leader architects)
Tipologia: Uffici
Anno: 2022 ( Inaugurazione)
Cliente: Eniservizi srl
Area: 65.000 mq
Importo lavori: 160 M€
Stato: Cantiere in corso di ultimazione
Certificazione: LEED GOLD
Headquarter Eni a San Donato Milanese
Il Sesto Palazzo Eni è il risultato di un concorso internazionale promosso da Eni, che ha visto la partecipazione di grandi studi internazionali della Progettazione. Si tratta di un progetto iconico e di rappresentanza dell’identità di eni nel mondo, che traduce l’idea di un Complesso per uffici aperto, inclusivo e identitario. Il punto di forza del progetto è stato quello di lavorare sull’identità del Committente, generando un’architettura-paesaggio unica, capace di dialogare con la Storia di Metanopoli e la Visione di Enrico Mattei, coniugando alte performances organizzative, ambientali ed energetiche.
L’approccio al progetto è sviluppato secondo una logica sistemica, dove ogni torre è insieme indipendente e parte di un organismo più ampio, capace di generare urbanità e relazioni all’interno del contesto in cui è collocato.
L’organismo architettonico si compone infatti di tre torri collegate tra loro e strutturate per dar vita ad una grande piazza centrale, parte integrante dell’urbanità di Metanopoli.
Vuoti e pieni sono cosi concepiti come un unicum che definisce un’architettura – paesaggio stratificata e aperta al contesto.
Le tre torri sono pensate per essere gestite in maniera autonoma ed autosufficiente, anche funzionando singolarmente, e questo ne faciliterà la gestione anche negli anni a venire.
Alla spettacolarità dell’insieme fa da contrappunto la razionalità e flessibilità degli ambienti ad ufficio, pensati per essere riconfigurati nel tempo a seconda delle esigenze del committente, in un complesso organizzato in 3 torri che ospiteranno fino a 4600 postazioni.
All’interno del complesso troveranno sede i dipartimenti “Exploration & Production” di eni, e le aree dirigenziali, oltre a servizi collegati quali un ristorante, un auditorium da 500 posti e diverse sale meeting. L’edificio unisce efficienza organizzativa ad alte performance tecnologiche ed energetiche (Leed Gold) , combinando un design unico a forti componenti di prefabbricazione.
Concept
Il progetto interpreta l’idea di torri a uffici in modo non convenzionale, dove all’idea di edificio che si impone indifferente al territorio, si sostituisce quella di una grande architettura-paesaggio che, in un racconto unitario e coerente, esprime la metamorfosi della materia in energia, dialogando con la stratigrafia del paesaggio. In questo senso il progetto vivifica e rinnova la visione di Enrico Mattei per Metanopoli, proiettandola verso il futuro”.
Michele Molè
Nel concept, la nuova sede eni dà forma all’idea di stratificazione, proprio della ricerca e dell’identità di eni, che trasforma la materia in energia: come un flusso di energia dinamica, infatti, le 3 torri orizzontali, emergendo dal terreno con potenza tettonica, si irradiano nel paesaggio-percorso, dando forma alla grande piazza-cavea centrale.
Il progetto, che si colloca nell’area dell’ex complesso industriale in Via De Gasperi a San Donato Milanese, coniuga le caratteristiche identitarie di Eni e di Metanopoli, secondo la Visione di Enrico Mattei, in stretta adesione al contesto urbano e paesaggistico circostante, rappresentando l’evoluzione contemporanea del modello di Palazzo per uffici proprio della storia e dell’identità di eni. Il nuovo Headquarter rivoluziona il concetto di torre direzionale, dando vita ad un’architettura-paesaggio, fluida ed aperta all’urbanità; Il complesso di 65.000 mq ospita un vero e proprio Campus dell’innovazione articolato in tre torri orizzontali che emergono dal terreno e si irradiano nel paesaggio dando vita alla grande piazza-cavea centrale, metafora dell’idea di scavo e stratificazione, che trasforma la materia in energia e si irradia rapidamente nel territorio. L’Opera presta grande attenzione al risparmio energetico, con l’obiettivo finale del livello Gold nella certificazione LEED in termini di sostenibilità ambientale, ed è stata studiata per ottenere risparmi significativi nei costi di realizzazione, gestione, manutenzione e servizio.
Un nuovo modello di uffici, motore di rigenerazione urbana
La capacità del progetto è quella di creare una nuova ricca urbanità e di rigenerare il contesto in cui è inserito, costruendo relazioni con l’intorno ed anche all’interno del complesso, grazie all’organizzazione di piazze, giardini e terrazze integrate con l’architettura.
La sequenza degli adiacenti edifici storici di Metanopoli è infatti un racconto a cielo aperto della storia di eni, dell’Italia e del contesto territoriale – un modello di città-giardino che ha integrato, anche con interventi d’autore, funzioni residenziali, sociali e produttive in un nuovo modello urbanistico, poi internazionalmente apprezzato. Museo open-air della storia industriale, ma anche urbanistica e architettonica italiana, il nuovo Centro Direzionale racconta il futuro di una evoluzione aziendale le cui mission, valori e attenzione ambientale a tuttotondo si condensano in un progetto di grande portata, dal linguaggio architettonico esplicitamente internazionale.
In questo senso il progetto è si innovativo e visionario, ma si inserisce nel contesto di Metanopoli, radicandosi alla sua Storia e ricercando un dialogo con le altre Torri eni progettate a partire dagli anni ’50 in poi, ed in particolare con il Quinto Palazzo Snam di Gabetti e Isola, un’Opera che nell’impianto e nella forma aveva già rivoluzionato l’assetto tradizionale del Palazzo ad uffici, proponendo un modello di lavoro più “orizzontale” e orientato alla Comunità, che con le proprie forme organiche cerca un dialogo con il contesto naturale della città Giardino che Metanopoli rappresenta.
Analogamente il Sesto Palazzo eni amplifica questo racconto e lo proietta sul Piano del Paesaggio ad ampia scala, pur mantenendo un forte legame con il contesto, attraverso il disegno della grande piazza, evocando l’idea di nuovo spazio pubblico per Metanopoli.
La qualità spaziale ed il comfort ambientale che ne derivano per gli ambienti lavorativi, rende questi spazi accoglienti ed unici: intersecando dimensione organica (l’organizzazione del complesso è fluida e stratificata in connessione con il Paesaggio)e razionale, grazie ad un approccio rigoroso e matriciale di organizzazione degli ambienti per uffici- che garantisce efficienza distributiva, flessibilità e chiarezza dei percorsi e dell’organizzazione aziendale- il Progetto ribalta la prospettiva di ambienti lavorativi normalmente monotoni e ripetitivi, offrendo un’esperienza unica di lavoro e di vita.
Progetto architettonico
Il complesso per uffici si compone di 3 torri, perfettamente indipendenti ma interconnesse: la Icon Tower (h.45m, 10 livelli direzionali, 21.000mq, 1.100 postazioni), la Landmark Tower (h.31m, 7 livelli direzionali, 20.000mq, 2.000 postazioni), la Skygarden Tower (2 edifici a 8 e a 4 livelli direzionali, h.38m, 21.000mq, 1.250 postazioni, ampie coperture a verde). Le torri sono imponenti, solide, vibranti e dinamiche, collegate da avveniristici passaggi-ponte che, come le interconnessioni della piazza-parco e del sottostante “giardino segreto”, richiamano la rete di relazioni tra eni e il mondo, tra eni e la comunità.
Sostenibilità, cultura, innovazione, internazionalità ed efficienza trovano un segno visivo territoriale efficace, una imponente quinta dinamica che abbraccia una grande piazza-parco per la community di eni, si apre al dialogo con gli altri palazzi storici di Metanopoli e disegna il prossimo capitolo della storia dell’azienda e di San Donato. A completare l’intervento, il rifacimento di un edificio industriale che, situato all’ingresso del nuovo complesso, rappresenta la memoria storica dell’azienda e del contesto. Qui avrà sede un centro espositivo e di documentazione sulla storia di eni e di Metanopoli, un percorso che col nuovo ‘VI edificio eni’ si arricchisce di nuovi traguardi, prospettive e ambizioni.
Un progetto altamento innovativo
Oltre all’innovazione sul linguaggio architettonico, il nuovo complesso eni è caratterizzato dall’impiego di tecnologie all’avanguardia. L’involucro degli edifici è a elevate prestazioni, in termini di rendimento energetico e di illuminazione naturale per gli ambienti. Per bilanciare i requisiti di illuminazione naturale e di rendimento energetico sono stati adottati sistemi a doppia pelle, con rivestimento esterno metallico frangisole in lamiera forata presso-piegata, con modulazioni differenti a seconda dell’esposizione bioclimatica dell’edificio, che dà vita a un sistema di facciate metamorfiche altamente efficienti, restituendo una immagine di fluida dinamicità e di potente stratificazione. Anche i materiali di costruzione sono stati scelti secondo elevati criteri di sostenibilità: il ferro e il calcestruzzo provengono a meno di 200 km dal cantiere e contengono percentuali di riciclato maggiori al 90% per il ferro e superiori al 5% per il calcestruzzo. Tutte le pitture, le vernici, i rivestimenti, le moquette sono previsti a bassissima emissione di VOC. L’opera, iniziata nel 2018, è stata studiata per ottenere risparmi significativi nei costi di realizzazione, gestione, manutenzione e servizio, con una particolare attenzione alle performance energetiche.
Progetto Strutturale
I tre edifici di cui si compone il Progetto, nonostante la complessa articolazione spaziale, hanno una struttura per quanto possibile seriale, con schema statico caratterizzato dalle seguenti membrature:
- tra le strutture verticali che si estendono sino in fondazione vi sono, per ciascun edificio, dei cores in c.a., dove sono alloggiati i vani scala ed ascensore, che svolgono la principale funzione di controventamento nei confronti delle azioni orizzontali;
- le strutture verticali sono realizzate con colonne in cemento armato, alcune delle quali si estendono sino al piano di fondazione; le rimanenti sono impostate in falso sulle travi di trasferimento poste al 4° livello per ICO e SKG e al 1° livello per l’edificio LMK;
- gli orizzontamenti sono costituiti da una soletta in cemento armato, in grado di garantire l’effetto diaframma di piano per il trasferimento delle azioni orizzontali simiche e del vento alle membrature verticali controventate. La soletta è caratterizzata da alleggerimenti realizzati con elementi modulari cavi in materiale plastico;
Tra le principali sfide progettuali vi è stata quella di realizzazione del ponte di collegamento icon-landmark. L’Icon Tower e la Landmark Tower sono tra loro collegate a livello del piano settimo da un ponte in carpenteria metallica di 85.00 m di luce. La larghezza del ponte è variabile da 15.00m circa a 3.00m. così come è variabile la sua altezza, parte infatti da 20.00 m in corrispondenza dell’Icon, allineandosi alla sua copertura, e raggiunge i 6.00 m di altezza una volta giunto sul Landmark.
Il ponte è realizzato attraverso due grandi travature reticolari di tipo Warren (senza montanti) tra loro collegate a livello del piano settimo e in copertura con travi reticolari di piano controventate con profili a croce di Sant’Andrea. Il ponte trasferisce i carichi verticali in corrispondenza dell’Icon a pilastri in c.a. opportunamente rastremati per permettere l’appoggio e su setti in c.a. sul Landmark. Il collegamento alle strutture in c.a. avviene attraverso opportuni dispositivi di appoggio in particolare lo schema statico è isostatico con quattro appoggi. Il solaio a livello del piano settimo è realizzato attraverso una soletta in c.a. gettata con calcestruzzo alleggerito (γc = 19.00 kN/m3) su lamiera grecata collaborante (h = 55 mm), mentre la copertura è costituita da pannelli sandwich collegati alla carpenteria metallica.
BIM & DATA MANAGEMENT
Il Modello Bim di progetto è stato sviluppato durante la varie fasi di progettazione ed ha avuto come scopo principale quello di chiarire e semplificare la comprensione del progetto, nelle sue aree più complesse come in quelle più standard, e di fornire uno strumento integrato per facilitare la gestione della fase di costruzione, ed, in ultima analisi, la gestione e la manutenzione del manufatto. Il BIM Design Model è servito a presentare la strategia di costruzione adottata per il cantiere nel rispetto di tempi, costi e qualità di esecuzione; presentare soluzioni di progettazione costruttiva di cantiere del progetto esecutivo e ottimizzazione per le parti sensibili o critiche del progetto laddove necessario;
Progetto impiantistico
Anche a livello impiantistico il progetto presenta un approccio innovativo, fortemente integrato con gli obiettivi di sostenibilità energetica e di efficienza e flessibilità impiantistica.
Il progetto impiantistico è stato sviluppato sulla base di alcuni principi generali di progettazione, quali:
- Soddisfacimento delle richieste d’utenza, nel rispetto delle prescrizioni normative
- Elevato livello di affidabilità e di sicurezza di esercizio; Flessibilità di impiego nell’utilizzo degli impianti;
- Economicità di gestione derivante dalle tipologie impiantistiche scelte; Centralizzazione e monitoraggio
Un progetto dalla sostenibilità integrata, in dialogo con l’ambiente, l’energia e la comunità
Sin dalla sua concezione il nuovo Centro Direzionale è stato pensato per dare forma ad un’idea di sostenibilità integrata a impatto positivo sul territorio. Sostenibilità ambientale, energetica e sociale, sono state parte integrante delle scelte ideative, con l’obiettivo di dar vita a un vero e proprio Campus dell’innovazione dedicato all’eccellenza e all’avanguardia nella ricerca e produzione di energia nel mondo.
STRATEGIE DI CONTENIMENTO PASSIVO DEI CONSUMI
Un gigantesco parco fotovoltaico di 8.000mq da 300.000kWh sulle coperture, la presenza di pannelli solari, le coperture verdi in quota e i giardini pensili, la ventilazione innescata dalla conformazione della cavea-canyon, i sistemi di isolamento termico e di controllo dell’irraggiamento solare, il recupero delle acque piovane, l’utilizzo di acqua di falda, gli habitat naturali diffusi, l’innovazione delle tecnologie di progettazione e una ‘doppia pelle’ con rivestimento metallico frangisole che dà vita a un sistema di facciate metamorfiche, che – oltre a dare una immagine di fluida dinamicità e di potente stratificazione – incarnano appieno l’attenzione di eni ai temi della sostenibilità, sono parte di una serie di soluzioni che contribuiscono alla certificazione LEED Gold del nuovo Centro Direzionale.
IL SISTEMA DI FACCIATE A DOPPIA PELLE
Le facciate degli edifici sono state progettate con l’obiettivo di garantire le massime prestazioni in termini di rendimento energetico e di illuminazione naturale degli ambienti. Per bilanciare i requisiti di illuminazione naturale e di rendimento energetico sono adottati sistemi a doppia pelle estesi a tutti i fronti degli edifici con la sola esclusione del piano terra, e alle testate, che presentano un’inclinazione variabile nei piani verticale e orizzontale, dove è prevista una facciata Dark Grey.
Il sistema a doppia pelle è costituito da facciate interne (curtain wall) e sistemi di schermatura esterna (double skin), di geometria e trasparenza variabili con differente configurazione, denominati “Orange” e “Blue”; la seconda pelle è posizionata a circa un metro di distanza dalla facciata primaria ed è formata da pannelli metallici fissi in lamiera microforata.
Le facciate a doppia pelle sono concepite in modo tale da consentire la pulizia generale, in particolare delle parti vetrate, attraverso passerelle esterne di larghezza 77 cm che si sviluppano lungo il perimetro, progettate in maniera tale da permettere l’ispezione dei componenti e delle parti, e la sostituzione degli elementi del courtain wall interno vetratura senza lo smantellamento del rivestimento esterno. Le passerelle sono generalmente accessibili da specifici accessi posti nei vani scale ed in alcuni casi da botole dotate di scale ove sia necessario accedere da un livello inferiore o superiore. In generale si è dunque adottato il principio di dotare l’edificio di appositi apprestamenti per l’esecuzione delle operazioni di pulizia e manutenzione, limitando ai soli casi di estese sostituzioni l’intervento di mezzi esterni
DATI DI PROGETTO
PROGRAMMA:
- 3 torri direzionali
- Superficie lorda intervento: 65.000mq
- Spazi uffici: 45.000mq
- Aree comuni: 12.000mq
- Lobby: 2.800mq
- Postazioni lavoro: 4.600
- spazi per eventi / auditorium
- spazi uffici / meeting
- spazi per la ristorazione
PROGETTAZIONE:
- capo progetto: Morphosis Architects
- design partner: Nemesi Architects srl
- Landscape design: Pasodoble
- Strutture: Setec Batiment, SCE Project
- Impianti: Setec TPI, Manens-Tifs
- Sostenibilità/ LEED: Setec Batiment
- Ingegneria Acustica: Manens-TiFS Ingegneria
- Computazione costi: Davis Langdon, GAD Global Assistance Development srl
- Capitolati tecnici: Global Assistance Development srl
- Strategie antincendio e verifiche normative: Gae engineering srl
- Assistenza ai titoli autorizzativi: WIP Architetti
Progettazione Esecutiva e Costruttiva:
- Architettura, e Strutture: SCE Project
- Impianti: Manens-TiFS I Kite Engineering
- Sicurezza Antincendio: GAe Engineering
- Facciate: Arup | SCE Project
- Sicurezza Antincendio| CSP | CSE: GAe Engineering
- Cost Control: GAD Global Assistant Development
Costruzione:
- Webuild S.p.a: General contractor
- Sviluppo delle facciate
- Bodino / Gruppo Simeon: Ingegnerizzazione e realizzazione delle facciate vetrate
- Bodino/ Cantori: Ingegnerizzazione e realizzazione delle facciate metalliche
TIMELINE:
- AGGIUDICAZIONE CONCORSO: 2012
- PUBBLICAZIONE GARA PER LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE: 2018
- INIZIO DEL CANTIERE: 2018
- INAUGURAZIONE: Dicembre 2022