Susanna Tradati
13\11\2020
1. Identità e Visione
“Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”… è questa, come noto, l’iscrizione sul fronte del Palazzo della Civiltà Italiana a Roma. In questa frase è riassunta la capacità ideativo-progettuale e scientifico-esplorativa della nostra identità e civiltà italiana, che è ancora oggi il più valido presupposto per la capacità di distinguersi e competere nel mondo.
La crisi culturale ed economica sistematica che ha investito il mondo occidentale negli ultimi decenni è da tempo acuita in Italia anche dall’esito dell’oblio che queste nostre qualità hanno subito nella nostra stessa memoria, abdicando al nostro ruolo di generatori di progetto e innovazione, nonché di esportatori (trasmigratori) di questo modello nel mondo. Oggi che tale crisi si è acuita in seguito alla Pandemia, si pone con urgenza l’interrogativo di come avviare riforme strutturali in grado di arginare le debolezze sistemiche del nostro Paese e al contempo rimetterne in moto il potenziale sopito.
All’interrogativo stringente e attuale del “Come rilanciare l’Italia”, che presuppone una visione ampia e trasversale del dove traghettare (da bravi navigatori) il nostro Paese, si continua a rispondere individuando frammenti di proposte che è quasi sempre impossibile ricomporre in un corrente ed efficace quadro d’insieme, che solo, potrà portare ad un rilancio effettivo del nostro Sistema culturale ed economico. Al contrario, è necessario delineare una visione di medio e lungo termine e sostanziarla di riforme funzionali alla sua graduale realizzazione. Per fare questo è importante mettere a fuoco chi siamo, come popolo e sistema culturale ed economico.
In questo senso ragionare su nuovi modelli di sviluppo urbano e territoriale può essere l’importante fondamento di un ragionamento sistemico di sviluppo che coinvolge quelli che potrebbero essere i tre pilastri su cui rilanciare il Paese: ricerca, formazione e progetto.
2. Ricerca , formazione e progetto
Cosa ci distingue e ci può rendere competitivi? Ricerca, formazione e progetto possono rappresentare i tre pilastri su cui si può basare il rilancio del nostro Paese.
La Ricerca
La Ricerca è il modo per declinare la creatività italiana in traiettorie di sviluppo in grado di integrare know-how tecnico e scientifico all’avanguardia, al fine di fare la differenza nella competizione internazionale. Diversi sono gli ambiti di applicazione, da quello sanitario e scientifico all’high-tech connesso all’innovazione digitale e all’intelligenza artificiale, promuovendo nuove frontiere di collaborazione trasversale tra competenze apparentemente diverse e ancora scollegate tra loro.
Fare della ricerca e dell’innovazione un presupposto su cui programmare un insieme di azioni mirate atte a valorizzare questo nostro aspetto identitaria, è uno dei progetti su cui basare il cambio di paradigma per il rilancio del Paese.
Il tema della costruzione e valorizzazione di una comunità scientifica che vede già la presenza di numerose eccellenze e avanguardie locali molte delle quali riconosciute a livello internazionale, può essere declinato nell’individuazione di reti fisiche di poli di ricerca, e anche nella progettazione del singolo polo, o campus, di ricerca.
A Milano questo progetto sta prendendo forma con Mind, un innovation district fondato sul presupposto di competenza, trasversalità e urbanità, per coniugare contenuti di ricerca scientifica a qualità sociale ed urbana. Questo polo ha il suo cuore pulsante nello Human Technopole, di cui Palazzo Italia, nostro progetto, è centro funzionale e simbolico.
Dentro Palazzo Italia da alcuni mesi si sono insediati i primi ricercatori di una rete scientifica molto più ampia che prenderà corpo nei prossimi anni. Lo stesso Palazzo, realizzato con sofisticate tecnologie robotiche coniuganti prefabbricazione e personalizzazione, con la sua pelle a nido intrecciata è espressione dell’idea di rete che descrive il principio di complementarietà della ricerca sottesa al progetto. Attorno a Palazzo Italia nasceranno funzioni diverse e integrate che contribuiranno allo sviluppo di una parte oggi periferica di Milano, rendendola un quartiere bello e sostenibile, anche grazie alla ricchezza di funzioni pubbliche e private insediate.
Ragionare su futuri nuovi centri gravitazionali legati all’innovazione ed alla ricerca, in cui la qualità urbana sia al centro del ragionamento, può rappresentare un importante volano di sviluppo di aree oggi degradate o marginali, garantendone la vitalità e complementarietà all’interno di un progetto sistemico che coinvolge più realtà territoriali sia in Italia che all’estero. Le possibilità di sviluppo economico legate ai processi di innovazione innescherebbero cosi un ulteriore sviluppo del territorio, anch’esso con ricadute economiche importanti.
L’investimento pubblico potrebbe giovarsi di contributi privati e alleggerire la criticità delle scarse risorse disponibili.
La Formazione
Il secondo importante pilastro del rilancio del nostro Paese, non per ordine di importanza, è la Formazione.
Presupposto fondamentale di qualunque civiltà che possa dirsi tale, la formazione è oggi ancor più importante perché rappresenta l’inalienabile premessa ad ogni percorso di competitività legato in primis ai settori emergenti che coinvolgono la ricerca e l’innovazione. Mai come oggi la competenza e la capacità di gestire la complessità risultano fattori determinanti per la crescita di un popolo.
Il dibattito spesso sterile che riguarda il modo di riorganizzazione della scuola a fronte della Pandemia ci dovrebbe far riflettere sulla necessità di una visione più ampia che richieda il totale ripensamento organizzativo e di impostazione teorica della formazione, collegandolo a un’idea, anche qui, non frammentaria ma piuttosto di sistema sapienziale allargato e trasversale che metta in comunicazione i diversi attori di questo mondo, dai docenti agli studenti, dotandoli in primis di strutture di accoglienza più adeguate alla condivisione e definizione di progetti specifici.
Pensare di sostituire i vecchi e decadenti impianti scolastici con strutture più qualificate sia in termini dimensionali che relazionali, collegando le aree didattiche a laboratori di studio e ricerca e spazi ricreativi integrati, che al di fuori dell’orario scolastico possano rappresentare dei servizi urbani accessibili anche dalle altre fasce sociali, può rappresentare la base di un progetto di rete collaborativa, in modo analogo a quanto indicato per il settore della ricerca.
Anzi, sarebbe opportuno ragionare su come far dialogare i due mondi della ricerca e della formazione, proprio nell’ambito della costruzione di reti fisiche di collaborazione, anche nella prossimità tra poli di ricerca e poli di formazione. E non parlo solo di formazione universitaria, dal momento che anche la scuola primaria e secondaria possono grandemente usufruire di questi collegamenti.
Si potrebbero immaginare allora “cittadelle della conoscenza e della ricerca” che contaminandosi potrebbero dare impulso a nuovi stimolanti scenari urbani. Rinnovare radicalmente l’idea di scuola (meglio se intesa come sistema di formazione) anche nella relazione con lo spazio urbano è una delle più stimolanti ipotesi di rilancio culturale del Paese, che muoverebbe al contempo un importante capitale umano ed economico.
Il Progetto
Terzo pilastro, che tiene collegati i primi due, è il Progetto. Il progetto è la capacità di tradurre in modo creativo, coerente e organizzato la Visione collegata allo sviluppo di questi poli di competenza.
Ruolo del Progetto è inoltre quello di individuare le modalità più efficienti e qualitative per sviluppare questi poli, dando nuovo impulso ad uno sviluppo sostenibile del nostro territorio, che tenga conto della capacità tutta italiana di dar forma e significato all’idea di Comunità.
Individuare dei piani di sviluppo che diano forma a questi sistemi integrati di ricerca e formazione significa coniugare creatività nella Visione e know-how tecnico e gestionale, collaborando con architetti e altre figure specialistiche in grado di tradurre in forma ed organizzazione queste Visioni.
Ciò significa anche fare un passo in avanti nel modo di vedere e progettare le nostre Città —come incubatori di progetto e innovazione, sostenibilità’ sociale, culturale ed economica, in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030— quel luogo di nuovo ambìto in cui si possano rinnovare le aspirazioni di quel popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, e di trasmigratori. La città Italiana può e deve ritornare ad essere modello internazionale di sviluppo e coesione sociale ed economico, cui i tre pilastri di Ricerca, Formazione e Progetto possono dare un input di accelerazione importantissimo.
Nemesi Architects si pone da sempre l’interrogativo su come ragionare su nuovi modelli di sviluppo urbano in grado di delineare indirizzi e scenari che l’urbanistica tradizionale oggi fatica a generare, perché ingabbiati da un approccio vincolistico più che attento al perseguimento dell’interesse comune. Questo è ciò che primariamente caratterizza la nostra ricerca, declinata anche sul progetto di innovative tipologie edilizie in grado di soddisfare le performances sottese a questa concezione innovativa di città. Ciò che più ci interessa è ragionare sulla nostra identità italiana per tradurla in modelli competitivi e aderenti alle complesse e affascinanti istanze della contemporaneità.